Cerreto Sannita
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Cerreto Sannita (IPA: [ʧerˈretosanˈnita][4], Cerrìte[5], in dialetto cerretese, IPA:[tʃə'rːitə]) è un comune italiano di 3 581 abitanti[1] della provincia di Benevento in Campania.
Cerreto Sannita comune | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Campania |
Provincia | Benevento |
Amministrazione | |
Sindaco | Giovanni Parente (lista civica) dal 5-6-2016 |
Territorio | |
Coordinate | 41°17′07″N 14°33′35″E |
Altitudine | 277,4 m s.l.m. |
Superficie | 33,35 km² |
Abitanti | 3 581[1] (31-10-2023) |
Densità | 107,38 ab./km² |
Comuni confinanti | Cusano Mutri, Guardia Sanframondi, Morcone, Pietraroja, Pontelandolfo, San Lorenzello, San Lupo |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 82032 |
Prefisso | 0824 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 062023 |
Cod. catastale | C525 |
Targa | BN |
Cl. sismica | zona 1 (sismicità alta)[2] |
Cl. climatica | zona D, 1 574 GG[3] |
Nome abitanti | cerretani |
Patrono | sant'Antonio di Padova |
Giorno festivo | 13 giugno |
Cartografia | |
Posizione del comune di Cerreto Sannita nella provincia di Benevento | |
Sito istituzionale | |
Feudo della famiglia Sanframondo dal 1151 al 1460, nel 1483 passò ai Carafa. Nel XVII secolo divenne sede dei vescovi della diocesi telesina che nel 1986 è diventata diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant'Agata de' Goti. Nel 1737 la cittadina si ribellò ai conti Carafa a causa del regime di polizia imposto ai cerretesi e delle esose imposte che stavano mettendo in ginocchio l'industria della lavorazione dei panni di lana. I Carafa inviarono centoventi mercenari per sedare la rivolta ed eseguirono numerose violenze e carcerazioni arbitrarie. Solo grazie all'intervento del re Carlo III di Borbone fu ripristinata la legalità e i cerretesi riuscirono ad ottenere i primi risultati a livello giudiziario, anche se l'industria armentizia, che per secoli aveva procurato loro numerose ricchezze, era ormai in declino.[6]
Il centro abitato, conosciuto per la secolare arte della ceramica, è strutturato su un impianto regolare essendo stato interamente ricostruito su progetto di Giovanni Battista Manni e dietro volontà del conte Marzio Carafa e di suo fratello Marino dopo che il terremoto del 5 giugno 1688 aveva raso al suolo la vecchia Cerreto.