Clan Soga
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Il clan Soga (蘇我氏?, Soga uji) fu una famiglia giapponese di origine coreana che monopolizzò, dal 536 d.C. al 645, la scena politica della corte imperiale giapponese nel periodo Yamato. Giocarono un ruolo decisivo nell'adozione del buddhismo a corte e nel trasformare il paese nel periodo di transizione tra l'era antica e quella classica.
Soga | |
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Stato | estinto |
Titoli | vari |
Ultimo sovrano | Soga no Emishi |
Data di fondazione | 536 |
Data di estinzione | 645 (Incidente di Isshi) |
Gli eventi e le date che riguardano il clan Soga sono riportate negli Annali del Giappone (日本紀?, Nihongi, o Nihonshoki) e nelle Cronache degli antichi eventi (古事記?, Kojiki), testi che furono compilati all'inizio dell'VIII secolo.
Tre dei capi del clan, Soga no Iname, Soga no Umako e Soga no Emishi, si tramandarono la carica ereditaria di "grande ministro" (大臣?, Ōomi), e furono talmente importanti da scegliere gli imperatori ed influenzare le loro scelte. Fu la prima volta che un clan della nobiltà dominava la casa imperiale, evento che si sarebbe verificato con frequenza nei periodi successivi della storia giapponese. Lasciarono al sovrano il ruolo di simbolo del paese e di capo spirituale, e presero il totale controllo degli affari di stato.
Legati agli immigrati dei tre regni di Corea, favorirono l'arrivo di monaci buddhisti provenienti dal regno di Baekje, che furono ufficialmente accolti a corte, secondo gli antichi annali giapponese Nihongi, nel 538, mentre secondo altre fonti tale arrivo risale al 550, evento che segna l'inizio del periodo Asuka. I Soga rafforzarono la loro posizione facendo sposare le loro figlie ai sovrani, tradizione che iniziò con l'imperatore Kinmei e che sarebbe continuata con tutti i suoi immediati successori.
Furono aspramente osteggiati dai clan di corte legati alla tradizione shintoista, i Mononobe, che controllavano l'esercito, ed i Nakatomi, i cui capi erano i maestri cerimonieri dei sacri rituali shintoisti a corte.