Consacrazioni di Ecône
ordinazioni episcopali conferite a Ecône / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Le consacrazioni di Ecône furono le quattro ordinazioni episcopali conferite a Ecône, in Svizzera, il 30 giugno 1988 dall'arcivescovo cattolico Marcel Lefebvre e dal vescovo Antônio de Castro Mayer a quattro sacerdoti della Fraternità sacerdotale San Pio X: Bernard Fellay, Bernard Tissier de Mallerais, Richard Williamson e Alfonso de Galarreta. Le consacrazioni, conferite contro l'ordine esplicito di papa Giovanni Paolo II, rappresentarono una pietra miliare nella travagliata relazione di monsignor Lefebvre e della Fraternità sacerdotale San Pio X con la Santa Sede. La Congregazione per i vescovi emanò un decreto firmato dal cardinale prefetto Bernardin Gantin che dichiarava che monsignor Lefebvre aveva subito la scomunica latae sententiae consacrando i vescovi senza il consenso del papa.
Il 24 gennaio 2009 papa Benedetto XVI revocò le scomuniche ai quattro vescovi - Bernard Fellay, Bernard Tissier de Mallerais, Richard Williamson e Alfonso de Galarreta - consacrati dall'arcivescovo Lefebvre.[1] Fellay, superiore generale della Fraternità sacerdotale San Pio X, rilasciò una dichiarazione in cui la Fraternità espresse la sua "filiale gratitudine al Santo Padre per questo gesto che, al di là della Fraternità sacerdotale di San Pio X, andrà a beneficio di tutta la Chiesa", e che "[la Fraternità] desidera essere sempre più in grado di aiutare il papa a rimediare alla crisi senza precedenti che attualmente scuote il mondo cattolico e che papa Giovanni Paolo II aveva designato come uno stato di silenziosa apostasia".[2]
Le reazioni alla revoca delle scomuniche furono diverse. Molti cattolici tradizionalisti attribuirono la decisione all'intercessione della Beata Vergine Maria. Altri cattolici, specialmente quelli di posizione progressista, si dissero sorpresi del fatto che il papa avesse agito in modo così positivo verso vescovi che detengono tali posizioni reazionarie. L'inclusione del vescovo Richard Williamson nella misura fu particolarmente controversa perché alcune delle sue osservazioni - della quale la Santa Sede all'epoca non era a conoscenza - erano considerate una negazione dell'Olocausto.[3] La revoca della sua scomunica generò problemi nelle relazioni tra cattolici ed ebrei culminati nell'interruzione dei legami con la Santa Sede del Gran Rabbinato d'Israele del 28 gennaio 2009 in segno di protesta.[4]