Corte marziale turca del 1919-1920
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Le corte marziale turca del 1919-20 dell'Impero ottomano fu la corte marziale stabilita dopo l'armistizio di Mudros, all'indomani della prima guerra mondiale. La leadership del Comitato Unione e Progresso (CUP) e alcuni ex funzionari selezionati vennero imputati di diverse accuse, tra cui sovversione della costituzione, speculazione bellica e massacri di armeni e greci.[4] Il tribunale emise un verdetto di condanna a morte per gli organizzatori dei massacri - Talat, Enver e Cemal - e altri.[2][3]
In ragione della mancanza di leggi internazionali in base alle quali potevano essere processati gli uomini che orchestrarono i massacri, i responsabili fuggirono dai procedimenti giudiziari e viaggiarono relativamente in modo libero in Germania, Italia e Asia centrale.[5] Ciò portò alla formazione dell'Operazione Nemesis, un'operazione segreta condotta dagli armeni durante la quale figure politiche e militari ottomane fuggite dall'accusa furono assassinate per il loro ruolo nel genocidio armeno.[6]
La corte marziale turca fu costretta a chiudere durante la rinascita del Movimento Nazionale Turco sotto Mustafa Kemal. Coloro che rimasero a scontare la pena furono infine graziati sotto il governo kemalista di recente costituzione il 31 marzo 1923.[7]