Democrazia Taishō
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Per Democrazia Taishō (大正デモクラシー?, Taishō Demokurashii) s'intende il periodo del Giappone prebellico in cui si diffusero prassi politiche di parlamentarismo democratico fuori e dentro le istituzioni.
La periodizzazione e la definizione esatta dell'espressione variano a seconda degli studiosi, con l'accento posto talvolta sui governi di partito che si susseguirono tra il 1918 e il 1932[1], talvolta sui movimenti extraistituzionali progressisti che vanno dalle rivolte di Hibiya del 1905 fino al passaggio della Legge per il mantenimento dell'ordine pubblico del 1925.[2]
Fuori dalle istituzioni, crebbero i movimenti sindacali e i partiti di sinistra. Per quanto riguarda lo stato giapponese, in questo periodo i partiti politici della camera dei Rappresentanti (la camera bassa, eletta dai cittadini) svolsero un ruolo di primo piano nella formazione dei governi e nell'esercizio del potere esecutivo.
Tra il settembre 1918, con l'incarico di Hara Takashi, e il maggio 1932, con l'assassinio di Inukai Tsuyoshi, con l'eccezione di un periodo di due anni tra il 1922 e il 1924, tutti i primi ministri dell'impero giapponese furono uomini di partito.
Questa condizione prefigurava un radicale cambiamento, in senso democratico, del sistema politico giapponese, che sin dalla promulgazione della costituzione Meiji aveva avuto governi guidati da esponenti di un'oligarchia. Tuttavia, dopo il maggio del 1932 non furono più le maggioranze parlamentari a determinare i governi, se non dopo la seconda guerra mondiale.