Dichiarazione universale sulla bioetica ed i diritti umani
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La Dichiarazione universale sulla bioetica e i diritti umani (UDBHR) è una dichiarazione di norme universali di bioetica elaborato dal Comitato internazionale di bioetica (CIB) dell'UNESCO, ed approvato nel 2005.[1].
«Referring to bioethics without human rights is not bioethics»
(Fare riferimento alla bioetica senza curare i diritti umani, non è bioetica)
Il motivo per elaborare tale dichiarazione, era l'ampia mancanza di linee guida di bioetica nelle nazioni più povere e la considerazione che tra le oltre 190 mazioni dell'ONU solo una cinquantina possedevano un comitato etico nazionale. Il UDBHR sarebbe nato per riempire questo vuoto, e perché l'UNESCO non era nuova alla bioetica, avendo già prodotto la Dichiarazione universale sul genoma umano e la Dichiarazione universale dei diritti umani nel 1997.[2]
Fin dalla sua fondazione, uno dei cardini dell'UNESCO fu trovare una via di accordo tra l'etica e la scienza. Julian Huxley, il primo direttore generale, riteneva che per contribuire alla pace, la sicurezza ed il benessere umano, fosse necessario trovare dei punti di correlazione tra le applicazioni delle scienza ad una scala di valori.[3]
La dichiarazione fu variamente lodata e criticata:
- molti eticisti, principalmente del sud del mondo, ne lodarono il lavoro, in quanto aumenterebbe, secondo loro, la qualità della ricerca, anche in stati, ove non esista alcuno standard.
- altri la ritenevano invece zoppicante, vaga e a rischio di danneggiare la ricerca stessa e la sanità pubblica. Accusano inoltre l'UNESCO di essersi allargata oltre i propri confini.[2]