Diclorodifluorometano
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Il diclorodifluorometano, noto commercialmente con le sigle Freon-12, o R-12, è un membro dei tetraalogenometani, molecole in cui l'atomo di carbonio è unito 4 atomi di alogeno ed è quindi allo stato di ossidazione +4, come anche in CF4 e CCl4, che ad esso sono isoelettronici di valenza. Appartiene alla famiglia dei clorofluorocarburi (CFC).
Diclorodifluorometano | |
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Nome IUPAC | |
Diclorodifluorometano | |
Nomi alternativi | |
Freon-12 | |
Caratteristiche generali | |
Formula bruta o molecolare | CCl2F2 |
Massa molecolare (u) | 120,91 g/mol |
Aspetto | gas incolore dal lieve odore etereo |
Numero CAS | 75-71-8 |
Numero EINECS | 200-893-9 |
PubChem | 6391 |
SMILES | C(F)(F)(Cl)Cl |
Proprietà chimico-fisiche | |
Densità (g/l, in c.s.) | 1,486 g/mL ( liq. a -29,8 °C) |
Solubilità in acqua | 0,286 g/L a 20 °C |
Temperatura di fusione | −157,7 °C, 115 K, -252 °F |
Temperatura di ebollizione | −29,8 °C, 243 K, -22 °F |
Indicazioni di sicurezza | |
Simboli di rischio chimico | |
attenzione | |
Frasi H | 280 - 420 |
Consigli P | ---[1] |
Sintetizzato da Thomas Midgley nel 1931, questo gas è stato impiegato come propellente nelle bombolette spray e soprattutto come fluido refrigerante fino agli anni 1990, per poi essere gradualmente vietato a seguito del protocollo di Montréal, sia come carica di impianti di climatizzazione nuovi sia per la ricarica di impianti esistenti, a causa della sua pericolosità nei confronti dell'ozono stratosferico, connesso alla formazione del buco nell'ozono. È stato sostituito dall'1,1,1,2-tetrafluoroetano (R-134a), che possiede comprimibilità pressoché uguale e non è dannoso per l'ozonosfera.[2]