Distruzione creativa
processi collegati all'accumulazione e distruzione della ricchezza in un sistema capitalista / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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La distruzione creativa (in tedesco schöpferische Zerstörung), anche nota come burrasca di Schumpeter, è un concetto delle scienze economiche associato dagli anni cinquanta all'economista austriaco Joseph Schumpeter,[1] che l'ha derivato dal lavoro di Karl Marx rendendola popolare come teoria dell'economia dell'innovazione e del ciclo economico.
Secondo Schumpeter, la "burrasca di distruzione creativa" descrive il "processo di mutazione industriale che rivoluziona incessantemente la struttura economica dall'interno, distruggendo senza sosta quella vecchia e creando sempre una nuova".[2] Nella teoria economica marxista, il concetto si riferisce più in generale ai processi collegati di accumulazione e distruzione della ricchezza sotto il capitalismo.[3][4][5]
Il sociologo marxista tedesco Werner Sombart è stato accreditato[1] per il primo uso di questi termini nella sua opera Krieg und Kapitalismus (Guerra e capitalismo) del 1913.[6] Nel precedente lavoro di Marx, tuttavia, il concetto di distruzione o annichilamento creativo (in tedesco Vernichtung) implica non solo il fatto che il capitalismo distrugge e riconfigura gli ordini economici precedenti, ma che deve anche svalutare incessantemente la ricchezza esistente (sia attraverso la guerra, l'abbandono o crisi economiche regolari e periodiche) al fine di spianare il terreno per la creazione di nuova ricchezza.[3][4][5]
In Capitalismo, socialismo e democrazia (1942), Joseph Schumpeter sviluppò questo concetto basandosi su un'attenta lettura del pensiero di Marx (a cui è dedicata l'intera prima parte del libro), sostenendo (nella seconda parte) che le forze creativo-distruttive scatenate dal capitalismo porterebbero alla fine alla sua scomparsa come sistema.[7] Nonostante ciò, il termine ha successivamente ottenuto una maggiore popolarità nell'ambito dell'economia neoliberista o del libero mercato, divenendo una descrizione di processi come il ridimensionamento della forza lavoro al fine di aumentare l'efficienza e il dinamismo di un'azienda. La definizione marxista è stata tuttavia mantenuta e ulteriormente sviluppata nel lavoro di sociologi come David Harvey,[8] Marshall Berman,[9] Manuel Castells[10] e Daniele Archibugi.[11]