ESP block
Blocco di fascia / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
L'ESP block, o blocco dell'erettore spinale, è una recente tecnica di anestesia locoregionale, appartenente ai blocchi di fascia del tronco.[1] Il blocco ESP allevia il dolore creando un blocco efficace in un'ampia area delle pareti toraciche e lombari posteriori, laterali e anteriori; previene il dolore viscerale e fornisce una buona analgesia postoperatoria.
ESP block | |
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medico Posizionamento ecoguidato di un catetere per ESP block per analgesia continua post-operatoria dopo mastectomia. | |
Tipo | Anestesiologica |
Dalla sua prima descrizione nel 2016,[2] l'ESP block ha attirato attenzioni senza precedenti e ha stimolato un'esplosione di interesse per i blocchi del piano fasciale.[1] Mentre i blocchi di fascia non sono nuovi (il TAP block è stato reso popolare oltre un decennio fa), l'ESP block è unico nella sua varietà di applicazione: è stato utilizzato per il dolore acuto e cronico, non solo del tronco ma anche degli arti superiori e inferiori;[3][4][5] è stato utilizzato in contesti in cui l'anestesia locoregionale ha tradizionalmente avuto un ruolo limitato, come la cardiochirurgia e la chirurgia della colonna vertebrale;[6][7][8] è stato anche abbracciato da specialità al di fuori dell'anestesiologia, compresa la medicina d'urgenza e la traumatologia preospedaliera.[1][9][10][11]
La tecnica di base del blocco ESP comporta l'iniezione ecoguidata di un volume relativamente grande (0,3-0,5 ml/kg) di anestetico locale nel piano fasciale tra le punte dei processi trasversi vertebrali e il muscolo erettore della colonna. L'anestetico locale si propaga all'interno di questo spazio virtuale, fino a 3-6 livelli vertebrali in direzione cranio-caudale; l'estensione medio-laterale è solitamente confinata ai limiti del muscolo erettore spinale, dati dal suo attaccamento all'angolo costale e dalla fascia toracolombare.[12] Ciò si traduce in analgesia, somatica e viscerale, nel territorio innervato dai nervi spinali interessati.[13][14][15][16]
La letteratura scientifica indica come possibili meccanismi con cui si ottiene l'analgesia, il blocco nervoso e l'inibizione centrale per diffusione diretta dell'anestetico locale allo spazio paravertebrale o epidurale; l'analgesia mediata da elevate concentrazioni plasmatiche di anestetico locale dovute all'assorbimento sistemico; effetti immunomodulatori degli anestetici locali; effetti mediati dalle proprietà meccanosensoriali della fascia toracolombare. Sulla base degli studi clinici su cadaveri umani, animali e meccanicistici, il meccanismo primario più probabile sono un effetto diretto dell'anestetico locale attraverso la propagazione e la diffusione alle strutture nervose nel piano fasciale sottostante ai muscoli erettori della colonna vertebrale e ai tessuti adiacenti, confermata dalla diffusione delle sostanze iniettate (nella maggior parte degli studi, sebbene abbastanza variabile) ai rami ventrali dei nervi spinali; c'è un consistente coinvolgimento dei rami dorsali. La diffusione epidurale è osservata meno comunemente.[1]