Eccidio di Podrute
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L'eccidio di Podrute avvenne il 7 gennaio 1992 nei pressi del villaggio omonimo non lontano da Novi Marof sui cieli tra Varaždin e Zagabria, estremo nord della Croazia, nei pressi del confine con Slovenia ed Ungheria.
Eccidio di Podrute | |
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Tracciato del sistema radar austriaco Goldhaube del 7 gennaio 1992 | |
Tipo di evento | incidente |
Data | 7 gennaio 1992 |
Tipo | abbattimento |
Luogo | Podrute di Novi Marof |
Stato | Croazia |
Coordinate | 46°10′21″N 16°13′50″E |
Tipo di aeromobile | AB-205 |
Operatore | Aviazione Leggera dell'Esercito |
Numero di registrazione | M.M.80557 |
Partenza | aeroporto di Belgrado, Serbia |
Scalo intermedio | base aerea di Kaposvár, Ungheria |
Scalo prima dell'evento | base aerea di Kaposvár, Ungheria |
Destinazione | aeroporto di Zagabria, Croazia |
Passeggeri | 3 |
Equipaggio | 2 |
Vittime | 5 |
Feriti | 0 |
Sopravvissuti | 0 |
Mappa di localizzazione | |
EC Rejects Yugoslav Version of Copter Downing. | |
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Eccidio di Podrute | |
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Tipo | strage,disastro aereo,omicidio |
Data | 7 gennaio 1992 |
Luogo | Podrute |
Stato | Croazia |
Responsabili | ten. Emir Šišić |
Motivazione | politico-militare |
Conseguenze | |
Morti | 5 |
Feriti | 0 |
Quattro militari italiani e un francese rimasero uccisi in seguito all'abbattimento dell'elicottero AB-205[1] dell'Aviazione Leggera dell'Esercito sul quale volavano impegnati per conto della Missione di monitoraggio della Comunità europea (ECMM), da parte di una coppia di MiG-21 dell'Aeronautica militare iugoslava di cui uno pilotato dall'allora poručnik[2] Emir Šišić (oggi major[3], autore materiale dell'abbattimento), e decollati su allarme dalla base aerea di Željava (Bihać - allora ancora Repubblica Socialista di Bosnia ed Erzegovina e parte integrante della Iugoslavia).
Rimase coinvolto anche un altro elicottero dell'ALE, che i MiG cercarono di abbattere, ma il pilota riuscì a evitare il fuoco iugoslavo e ad atterrare indenne in una radura.
La missione degli elicotteri si svolgeva sotto l'egida della Comunità europea e con l'approvazione delle stesse autorità di Belgrado, al fine di assicurare l'osservanza del "cessate il fuoco" stabilito dalla fine del 1991.