Etica della reciprocità
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L'etica della reciprocità o regola d'oro è un valore morale fondamentale che "si riferisce all'equilibrio in un sistema interattivo tale che ciascuna parte ha diritti e doveri; la norma secondaria della complementarità afferma che i diritti di ciascuno sono un dovere per l'altro"[1]. Essenzialmente si tratta di un codice etico in base al quale ciascuno ha diritto a un trattamento giusto e il dovere e la responsabilità di assicurare la giustizia agli altri. L'etica della reciprocità tra individui è il fondamento della dignità, della convivenza pacifica, della legittimità, della giustizia, del riconoscimento e del rispetto tra individui, delle religioni civili. La reciprocità è la base essenziale per il moderno concetto di diritti umani.
La "reciprocità" sintetizza con viva autenticità in sé le parole "libertà" e "uguaglianza". Le dottrine sulla libertà considerano l'etica della reciprocità tra individui un fondamento ovvio. Ogni ingiustizia avrebbe origine da qualche precisa violazione del principio di reciprocità tra gli individui. Secondo l'antropologia, l'etica della reciprocità è l'unica regola universalmente accettata, pur con notevoli varianti.
La regola d'oro ha radici in molte culture diverse. Spesso si considerano equivalenti la forma positiva ("Fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te") e quella negativa ("Non fare agli altri quello che vuoi non sia fatto a te").
La forma negativa può essere interpretata come un'etica in cui l'altro è visto come proprio limite, mentre la positiva come una in cui l'altro è il proprio completamento. Metaforicamente, la prima può essere interpretata come un'etica da pastori, per cui gli individui non si attaccano per paura di perdere o di ritorsioni, ma non si disperano alla morte dell'avversario, perché magari l'individuo sopravvissuto ha l'occasione di impossessarsi del gregge e dei pascoli del defunto. La seconda a sua volta può venire interpretata come un'etica da cittadini, i quali cominciano ad accorgersi dei vantaggi della divisione del lavoro e quindi del valore di ciascuno per tutti gli altri.
Si può evidenziare un caso di sfruttamento opportunistico di una delle due etiche a sfavore dell'altra all'interno della società: può accadere che i seguaci della "prima" etica sfruttino la "bontà" dei seguaci della "seconda" senza ricambiare e senza che ciò contrasti con la loro etica.
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