Eugenio Cefis
dirigente d'azienda e imprenditore italiano (1921-2004) / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Eugenio Cefis (Cividale del Friuli, 21 luglio 1921 – Lugano, 25 maggio 2004) è stato un dirigente d'azienda e imprenditore italiano.
«Non me l'aspettavo, credevo che lei avrebbe fatto il colpo di Stato.»
(Enrico Cuccia a Eugenio Cefis quando gli annuncia le proprie dimissioni dalla presidenza della Montedison[1])
Fu consigliere dell'Agip, presidente dell'Eni dal 1967 al 1971, succeduto a Marcello Boldrini, e presidente della Montedison dal 1971 al 1977.[2] Nel 1963 venne insignito dell'onorificenza di Cavaliere di Gran Croce, massimo riconoscimento della Repubblica Italiana.[3] Il Governatore della Banca d'Italia Guido Carli lo definì esponente della cosiddetta borghesia di Stato; per i giornalisti Eugenio Scalfari e Giuseppe Turani (che scrissero un libro su di lui) era una personalità della razza padrona dell'epoca.[4][5]
Per il suo ruolo centrale nella P2 e i forti sospetti avanzati dal giornalista Mauro De Mauro e Pier Paolo Pasolini su un suo diretto coinvolgimento come mandante dell'attentato a Enrico Mattei, è considerato una delle figure più controverse del mondo imprenditoriale italiano del novecento[6][7][8].