Fabbrica farmaceutica di Al-Shifa
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La fabbrica farmaceutica di Al-Shifa (الشفاء, in arabo "guarigione"), situata presso Al Khartum Bahrī in Sudan, fu costruita tra il 1992 e il 1996 utilizzando componenti importati da Stati Uniti, Svezia, Italia, Svizzera, Germania, India e Thailandia. Il complesso era l'unica fabbrica farmaceutica nella zona; impiegava più di 300 operai, che producevano medicine anche a uso veterinario. La fabbrica produceva prevalentemente antimalarici.
L'intero complesso industriale, composto di quattro edifici, venne distrutto nel 1998 da un attacco missilistico lanciato dagli Stati Uniti. Oltre alla distruzione dell'impianto, l'attacco ha causato la morte di un impiegato e il ferimento di undici. I critici dell'attacco hanno stimato che fino a 10.000 civili sudanesi sono morti a causa della mancanza di medicinali.[1][2] Gli Stati Uniti hanno giustificato la necessità dell'attacco con le seguenti ragioni[3][4][5]:
- rappresaglia per gli attentati del 1998 contro le ambasciate statunitensi di Dar es Salaam in Tanzania e Nairobi in Kenya.
- presunta produzione di gas nervino nella fabbrica.
- presunti collegamenti tra i possessori dell'impianto e al-Qaeda.
Queste giustificazioni furono fortemente contestate dai proprietari dell'impianto, dal governo del Sudan e da altri stati, oltre che da intellettuali statunitensi e non.