Fortezza di Civitella del Tronto
fortezza nel comune italiano di Civitella del Tronto (TE) / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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La fortezza di Civitella del Tronto è un'opera fortificata eretta come caposaldo preposto al controllo del territorio, con funzioni tattiche e difensive. La possente struttura è sorta a protezione dell'area strategica che la accoglie, elevandosi a ridosso della cresta di roccia, che sovrasta il centro urbano di Civitella del Tronto, sede dell'omonimo comune abruzzese, nel territorio della provincia di Teramo.[1][2]
Fortezza di Civitella del Tronto | |
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La Fortezza di Civitella vista dalla SP52 di Teramo | |
Ubicazione | |
Stato | Italia |
Regione | Abruzzo |
Città | Civitella del Tronto |
Coordinate | 42°46′18.67″N 13°39′57.71″E |
Informazioni generali | |
Tipo | Fortezza |
Stile | Rinascimentale |
Costruzione | 1564-1576 |
Materiale | Prevalentemente travertino |
Condizione attuale | Restaurata |
Visitabile | Sì |
Sito web | fortezzadicivitella.it. URL consultato il 20 giugno 2015. |
Informazioni militari | |
Utilizzatore | Regno di Napoli e Regno delle Due Sicilie |
Termine funzione strategica | 1861 |
Azioni di guerra | Assedio di Civitella del Tronto |
note citate nel corpo dell'articolo | |
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Il complesso dell'insediamento difensivo rappresenta una delle più importanti piazzeforti del Regno di Napoli nel periodo del vicereame spagnolo[3] ed imponenti opere di ingegneria militare realizzate sul suolo dell'Italia meridionale.[4] Per la sua estensione è paragonabile al Forte della Brunetta, costruito dai Piemontesi nei pressi della città di Susa e alla Fortezza di Hohensalzburg di Salisburgo, con cui è gemellata dal 1989. Le sue costruzioni si articolano per una lunghezza di circa 500 metri[3] ed una larghezza media di 45, ricoprendo una superficie di 25.000 m2.[3][5][6]
Con i suoi 45.000 visitatori annui, (dato del 2016), è risultato il monumento più visitato d'Abruzzo.[7]
Il sito è principalmente ricordato per essere stato l'ultimo baluardo del Regno delle due Sicilie che si arrese ai Piemontesi il 20 marzo 1861, tre giorni dopo l'incoronazione del Re d'Italia Vittorio Emanuele II.[8]