Insurrezione anti-britannica in Iraq
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L'insurrezione anti-britannica in Iraq (chiamata in arabo al-Thawra al-ʿIrāqiyya al-Kubrā, ossia "grande rivoluzione irachena") scoppiò a Baghdad nell'estate del 1920, con una serie di manifestazioni di massa cui parteciparono sia i sunniti, sia gli sciiti, inclusi i militari arabi delle disciolte forze armate ottomane, amareggiati e delusi dalle mancata attuazione delle passate promesse britanniche di dar vita a uno Stato arabo unificato e dalla politica di Sir Arnold Wilson.
Insurrezione anti-britannica in Iraq | |||
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Data | maggio-ottobre 1920 | ||
Luogo | OETA/Mandato britannico della Mesopotamia | ||
Esito | Vittoria militare britannica vittoria politica irachena
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Schieramenti | |||
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Comandanti | |||
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Effettivi | |||
Perdite | |||
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L'insurrezione guadagnò ulteriori consensi quando si allargò alle regioni sciite (le più popolose) del Medio e Basso Eufrate,[7] ricevendo il sostegno del Naqīb al-Ashrāf,[8] lo sceicco Mahdi al-Khalissi.
Sebbene l'insurrezione - di impronta squisitamente nazionalistica - fosse facilmente repressa già verso la fine del 1920 dai britannici (che hanno fatto ricorso, con l'esplicito incoraggiamento dell'allora Segretario per le Colonie Winston Churchill,[9] all'uso di iprite e di altri gas velenosi), essa non fu del tutto domata fino al 1922.
La più imponente rivolta venne dai curdi iracheni, che dettero vita a due distinti regni, uno dei quali affidato allo sceicco Mahmud Barzanji (che in lingua araba viene ricordato come Mahmud Barzani).
Durante l'insurrezione, i britannici sembra che abbiano usato bombe al fosforo bianco contro i villaggi curdi, che in seguito avrebbero patito lo stesso trattamento dal regime ba'thista di Saddam Hussein.[senza fonte] Tale tipo di arma fu usata anche nella zona di al-Habbaniyya (dove la RAF organizzò una sua base) e nella provincia di al-Anbār.