Legge Pica
legge del Regno d'Italia del 1863 / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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La legge 15 agosto 1863, n. 1409 ("Procedura per la repressione del brigantaggio e dei camorristi nelle Provincie infette") – nota anche come legge Pica dal nome del suo promotore, il deputato abruzzese Giuseppe Pica – fu una legge del Regno d'Italia. La legge venne concepita per contrastare il brigantaggio postunitario e fu emanata in deroga agli articoli 24 e 71 dello Statuto albertino, che garantivano il principio di uguaglianza di tutti i sudditi dinanzi alla legge e la garanzia del giudice naturale. Introdusse il reato di brigantaggio, i cui trasgressori sarebbero stati giudicati dai tribunali militari; essa inoltre fu la prima disposizione normativa dello stato unitario a contemplare il reato di camorrismo e a prevedere il "domicilio coatto". Le pene comminabili andavano dalla fucilazione, ai lavori forzati a vita, ad anni di carcere, con attenuanti per chi si fosse consegnato o avesse collaborato con la giustizia. Approvata durante il governo Minghetti I, su 207 votanti alla camera ebbe soli 33 voti contrari.[1]e promulgata da Vittorio Emanuele II il 15 agosto dello stesso anno, la legge rimase in vigore fino al 31 dicembre 1865.
Legge Pica | |
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Titolo esteso | Legge n. 1409 del 15 agosto 1863, Procedura per la repressione del brigantaggio e dei camorristi nelle Provincie infette |
Stato | Regno d'Italia |
Tipo legge | legge ordinaria |
Legislatura | VIII legislatura |
Proponente | Giuseppe Pica |
Schieramento | Destra storica |
Promulgazione | 15 agosto 1863 |
A firma di | Vittorio Emanuele II di Savoia |
Abrogazione | 31 dicembre 1865 |
Testo | |
Brigantaggio.net |