Leonid Il'ič Brežnev
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Leoníd Il'íč Bréžnev (in russo Леонид Ильич Брежнев? ascoltaⓘ; in ucraino Леонід Ілліч Брежнєв?, Leonid Illič Brežnév; IPA: [lʲɪɐˈnʲid ɪˈlʲjidʑ ˈbrʲeʐnʲɪf]; Kamenskoe, 19 dicembre 1906 – Zareč'e, 10 novembre 1982) è stato un politico e militare sovietico.
Leonid Il'ič Brežnev Леонид Ильич Брежнев | |
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Brežnev nel 1972 | |
Segretario generale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica Primo Segretario fino al 1966 | |
Durata mandato | 14 ottobre 1964 – 10 novembre 1982 |
Predecessore | Nikita Chruščёv (Primo segretario) |
Successore | Jurij Andropov |
Presidente del Presidium del Soviet Supremo dell'URSS | |
Durata mandato | 7 maggio 1960 – 15 luglio 1964 |
Capo del governo | Nikita Chruščёv |
Predecessore | Kliment Vorošilov |
Successore | Anastas Mikojan |
Durata mandato | 16 giugno 1977 – 10 novembre 1982 |
Capo del governo | Aleksej Kosygin Nikolaj Tichonov |
Predecessore | Nikolaj Podgornyj |
Successore | Vasilij Kuznecov |
Secondo Segretario del Partito Comunista dell'Unione Sovietica | |
Durata mandato | 21 giugno 1963 – 14 ottobre 1964 |
Predecessore | Frol Kozlov |
Successore | Nikolaj Podgornyj |
Primo Segretario del Partito Comunista del Kazakistan | |
Durata mandato | 8 maggio 1955 – 6 marzo 1956 |
Predecessore | Pantelejmon Ponomarenko |
Successore | Ivan Jakovlev |
Primo Segretario del Partito Comunista della Moldavia | |
Durata mandato | 3 novembre 1950 – 16 aprile 1952 |
Predecessore | Nicolae Coval |
Successore | Dmitrij Gladki |
Deputato del Soviet dell'Unione del Soviet Supremo dell'URSS | |
Legislatura | III, IV, V, VI, VII, VIII, IX, X |
Circoscrizione | Oblast' di Dnepropetrovsk (III), RSS Kazaka (IV), Oblast' di Kujbyšev (V), Mosca (VI, VII, VIII, IX, X) |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Comunista dell'Unione Sovietica |
Firma |
Leonid Il'ič Brežnev | |
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Nascita | Kamenskoe, 19 dicembre 1906 |
Morte | Zareč'e, 10 novembre 1982 (75 anni) |
Cause della morte | Infarto cardiaco |
Luogo di sepoltura | Necropoli delle mura del Cremlino, Mosca |
Etnia | Ucraino |
Religione | Ateismo |
Dati militari | |
Paese servito | Unione Sovietica |
Forza armata | Armata Rossa Esercito sovietico |
Specialità | Commissario politico |
Anni di servizio | 1941 - 1946 1976 - 1982 |
Grado | Maresciallo dell'Unione Sovietica |
Guerre | Seconda guerra mondiale |
Campagne | Campagna di Russia |
Comandante di | Esercito sovietico (comandante in capo) |
Decorazioni | Eroe dell'Unione Sovietica (4) (autoattribuite) Eroe del Lavoro Socialista Ordine della Vittoria Ordine di Lenin (8) Ordine della Rivoluzione d'Ottobre (2) Ordine della Bandiera Rossa (2) Ordine della Guerra Patriottica di I Classe |
Altre cariche | politico Segretario generale del PCUS Presidente del Soviet supremo dell'URSS |
"fonti nel corpo del testo" | |
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Fu segretario generale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica e, di fatto, capo dell'URSS, dal 1964 al 1982, benché il suo potere sia stato esercitato, all'inizio del suo mandato, in concorso con altri esponenti del Politburo tra cui Kosygin e Podgornyj.
Durante i lunghi anni alla guida del paese costruì un intricato sistema di controllo del PCUS, alimentando l'apparato burocratico (cerniera tra il partito e lo Stato) e realizzando, soprattutto nella parte finale della propria parabola politica, un equilibrio formato da personalità a lui fedeli tali per cui, nella fase del passaggio delle consegne alla guida del Soviet Supremo, egli non temesse altro che il proprio stesso deperimento fisico (che si dimostrerà sempre più un handicap sin dalla prima metà degli anni settanta, a causa delle diverse e gravi patologie che lo colpiranno).[1]
Cooptando nella nomenklatura personaggi a lui legati da vincoli di amicizia, di parentela o di interessi favorì anche l'incremento della corruzione e dei privilegi, acuendo la distanza tra il partito e la società civile, che subiva la repressione del regime. Attraverso il ruolo degli intellettuali (Solženicyn e Sacharov), tale divario contribuiva a diffondere un'immagine brutale dell'URSS all'estero e a minarne la credibilità agli occhi del mondo.[2][3]
Fu Segretario generale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica dal 1964 al 1982 e due volte a capo del Praesidium del Soviet Supremo (capo dello Stato), dal 1960 al 1964 e dal 1977 al 1982. Sotto il suo governo si acuirono le tensioni tra Occidente e mondo comunista, come nel caso della Primavera di Praga e dell'invasione dell'Afghanistan. La sua morte aprì il lento, ma costante percorso di liberalizzazione delle strutture dell'URSS poi guidato da Michail Gorbačëv.