Marie Jules César Savigny
botanico e zoologo francese (1777–1851) / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Marie Jules César Savigny, nome completo Marie Jules César Lelorgne de Savigny (Provins, 5 aprile 1777 – Gally, 5 ottobre 1851), è stato un botanico e zoologo francese.
Partecipò alla campagna d'Egitto come naturalista e fu membro dell'Institut d'Égypte.
La sua prima opera fondamentale fu Histoire naturelle et mythologique de l'ibis. del 1805, una miscela riuscita di erudizione classica e di precisione naturalistica e zoologica. Savigny notò che se le mummie di ibis contenevano resti di serpenti, questo fatto significava che gli imbalsamatori seguivano motivazioni diverse da quelle della storia naturale, ma più vicine a quelle mitologiche e religiose.
Negli anni seguenti si impegnò al riordino della collezione raccolta in Egitto, costituita da innumerevoli insetti e crostacei (circa 1 500). La sua prima pubblicazione riguardò comunque le falene e le farfalle, mentre nella memoria successiva si occupò di invertebrati quali i miriapodi, gli aracnidi e i crostacei. Con questi trattati Savigny propose catalogazioni ed omologie rivoluzionarie nel mondo della tassonomia.[1]
Nel 1811 pubblicò una raccolta di 72 pagine intitolata Système des oiseaux de l'Égypte et de la Syrie e nel 1821 divenne membro dell'Accademia francese delle scienze.
Altri studi interessarono gli zoofiti e gli anellidi.
Negli anni in cui era impegnato da intensi studi e ricerche venne colpito da attacchi di una patologia neurologica che nel 1824 gli tolse praticamente la vista. Savigny attribuì questo fatto all'oftalmia che aveva colpito molti partecipanti alla campagna d'Egitto e quindi trascorse gli ultimi decenni di vita avvolto in un velo nero ogni volta che venivano aperte le finestre, a causa della sua impossibilità a sopportare la luce.[1]