Massacro di Mountain Meadows
1857 massacro degli emigranti diretti in California da parte dei miliziani mormoni / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Il massacro di Mountain Meadows fu un sanguinoso episodio verificatosi venerdì 11 settembre 1857[1][2][3][4][5][6][7] durante la presidenza di James Buchanan, al culmine di una serie di attacchi iniziati il 7 settembre a margine della rivolta mormone nei pressi dell'area montuosa nota come Mountain Meadows, area situata nello Stato statunitense dello Utah e lungo l'Old Spanish Trail[3][6][8]: a compiere il massacro furono circa cinquanta[5] mormoni, i quali, travestiti da indiani e con la complicità di veri indiani della tribù dei Paiute, assalirono la carovana Baker-Fancher, una carovana di pionieri inermi provenienti dall'Arkansas e diretti in California.[1][2][3][4][6][8]
Massacro di Mountain Meadows | |
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Monumento dedicato alle vittime del massacro, eretto nel 1999 | |
Data | 11 settembre 1857 |
Luogo | Mountain Meadows, Utah |
Stato | Stati Uniti |
Coordinate | 37°28′31.8″N 113°38′37.3″W |
Obiettivo | Pionieri (Carovana Baker-Fancher) |
Responsabili | Mormoni, Indiani Paiute |
Motivazione | Rivolta mormone |
Conseguenze | |
Morti | 120 |
Vi furono circa 120 morti[3][5][6][8] e tra le vittime vi furono anche donne e bambini.[3][6][8][9][10] Principali responsabili del massacro furono John Doyle Lee (condannato a morte per il fatto nel 1877),[1][3][6] William H. Dame, Isaac C. Haight e Philip Klingensmith. La ricostruzione dei fatti è basata sui racconti dei bambini sopravvissuti al massacro, in quanto i diari dei pionieri andarono distrutti.[3]