Meandro
porzione di un corso d'acqua sinuoso, composta da due anse consecutive una in senso orario e l'altra antiorario / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Con il termine meandro si indica in idrografia l'ampia sinuosità del corso di un fiume che ne caratterizza la parte terminale dove la pendenza è minima.
Il termine proviene dal nome greco (Maiandros) di un fiume della Turchia, lungo 529 km, che dall'Anatolia occidentale va a sfociare nel mar Egeo, ma viene utilizzato per la prima volta solo nella seconda metà dell'Ottocento[1]. Il suo corso è appunto caratterizzato da numerosi meandri. In Turchia si distingue il Grande Meandro (Büyük Menderes) dal Piccolo Meandro (Küçük Menderes) lungo 140 km.
I meandri sono caratteristici di fiumi che scorrono in pianure alluvionali a debole pendenza, dove sono presenti sedimenti a granulometria prevalentemente fine.
Minore è la pendenza, maggiore è la facilità ad impaludarsi dell'ambiente circostante.
I meandri fluviali sono caratterizzati da curve, dette anse, più o meno accentuate. In un meandro pertanto abbiamo una sponda concava ed una convessa. Spesso tali curve assumono una forma circolare.