Milza
organo linfoide secondario / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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La milza, o più raramente splene,[1] è l'organo linfoide secondario[2] più grande del sistema linfatico umano.[3] La sua grandezza e la sua struttura sono tali da essere considerato un organo pieno (cioè parenchimatoso). A differenza di altri organi linfoidi secondari, essa è collegata al sistema circolatorio per mezzo di vasi sanguigni e non linfatici.[3] La milza è un organo impari, posizionato nell'ipocondrio sinistro.
Milza | |
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Milza, anatomia microscopica | |
Struttura interna | |
Anatomia del Gray | (EN) Pagina 1282 |
Sistema | Sistema linfatico |
Localizzazione anatomica | cavità addominale |
Arteria | Arteria splenica |
Vena | Vena splenica |
Nervo | Plesso splenico |
Identificatori | |
MeSH | Spleen A10.549.700 |
TA | A13.2.01.001 |
FMA | 7196 |
La milza presenta molteplici funzioni:
- immunitaria acquisita: essa ospita nella sua polpa bianca sia linfociti T sia centri germinativi contenenti soprattutto linfociti B. Grazie al suo collegamento diretto con i vasi sanguigni è l'unico organo in grado di contrastare direttamente le infezioni ematiche, soprattutto quelle di batteri incapsulati come Haemophilus influenzae e Streptococcus pneumoniae.[4] Per i motivi sopracitati la milza è stata paragonata a un "grande linfonodo", con la fondamentale differenza che sia i patogeni sia i linfociti entrano ed escono per mezzo di vasi sanguigni e non di vasi linfatici;[4]
- emocateretica: essa ospita nella sua polpa rossa il sistema dei monociti-macrofagi che riconosce gli eritrociti e le piastrine "invecchiati", degradandoli;[2]
- marziale: essa degrada i componenti dell'eme presenti nell'emoglobina fornendo i substrati ideali per il metabolismo del ferro;[3]
- riserva: essa è in grado di immagazzinare una notevole quantità di monociti (uno studio del 2009 ha dimostrato che la milza dei mammiferi è in grado di ospitare oltre il 50% dei monociti del corpo)[5] e una notevole quantità di sangue venoso;
- emopoietica: questa funzione è esclusiva della vita embrionale, dove la milza costituisce un organo temporaneo capace di generare le cellule della linea emopoietica.[3]
La milza in un paziente sano non è palpabile[6] in quanto rimane coperta dalle coste[7]; essa può essere invece ben apprezzata in condizioni patologiche che inducano splenomegalia (ad esempio malattie da protozoi come la malaria, la leishmaniosi e il trypanosoma).
Verifiche sperimentali su apneisti volontari hanno mostrato che la milza, a seguito dell'apnea, presenta una sensibile riduzione dello spessore, per poi tornare a dimensioni normali in seguito. È stata avanzata quindi l'ipotesi che questa contrazione sia legata al meccanismo dello scostamento ematico che si verifica nel caso di apnee prolungate. Nei mammiferi marini la milza è, a differenza dell'uomo, molto più grande proporzionalmente (fino a 7% del peso corporeo), probabilmente per via di un adattamento alla vita marina per affrontare più agevolmente apnee prolungate grazie alle riserve di sangue contenute in quest'organo[8].