Monocordo
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Il monocordo è uno strumento composto da una sola corda, tesa sopra una cassa di risonanza tra due ponticelli, e posata su un terzo ponticello intermedio che può essere spostato lungo la corda; così facendo si può dividere la corda a piacere ed ottenere suoni di altezza (frequenza) variabile.
Monocordo | |||||
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Un monocordo, raffigurato su Musurgia Universalis (Athanasius Kircher, 1650). | |||||
Informazioni generali | |||||
Origine | Grecia | ||||
Invenzione | Antichità | ||||
Inventore | Pitagora | ||||
Classificazione | 314.122 Cordofoni semplici | ||||
Uso | |||||
Didattica musicale | |||||
Genealogia | |||||
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Il termine monocordo deriva dal greco monòchordon (mònos, "unico" e chordê, "corda") e significa "strumento a corda unica", anche se di fatto alcuni monocordi sono dotati di più corde, solitamente accordate alla medesima altezza.
Secondo Boezio questo strumento fu inventato in Grecia nel VI secolo a.C. da Pitagora (e comunque era già esistente ai suoi tempi) per gli studi di acustica.
In epoca medievale venne impiegato sia come mezzo per la verifica sperimentale delle leggi dell'armonia, sia come ausilio pratico per l'istruzione dei cantori [1].
Il primo trattato medievale, in cui venne descritto il procedimento per la sua taratura, fu Musica enchiriadis di anonimo del IX secolo, poi attribuito ad Oddone di Cluny. Il primo trattato autografo fu Micrologus de disciplina artis musicæ (ca. 1025/1026) di Guido monaco d'Arezzo.