Negazionismo dell'Olocausto
negazionismo riguardo al genocidio perpetuato dalla Germania nazista / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Il negazionismo dell'Olocausto è una corrente di pensiero antistorica e antiscientifica[1] il cui principale assunto è la negazione della veridicità dell'Olocausto,[2] ossia del genocidio di ebrei, di Slavi, di prigionieri politici, di prigionieri di guerra sovietici, di Sinti, di portatori di handicap fisici e mentali, di omosessuali e di altre minoranze da parte della Germania nazista. Questa teorizzazione, attraverso l'uso spregiudicato e ideologizzato di uno scetticismo storiografico portato all'estremo, nega una serie di eventi connessi al fascismo e al nazismo;[1] secondo questa teoria, l'Olocausto stesso sarebbe un'enorme finzione, funzionale alla demonizzazione della Germania, alle politiche sotterraneamente perseguite dai circoli ebraici mondiali e alla creazione e difesa dello Stato d'Israele.[3]
I sostenitori di queste tesi si descrivono come persone che pretendono prove[4] e come "storici revisionisti" interessati a rivedere gli studi attuali, che essi definiscono in diversi modi, quali "olocaustomania",[5] "menzogna olocaustica",[6] "sacra vulgata olocaustica”.[7] L'uso del termine "revisionismo" anziché "negazionismo" è contestato dalla comunità scientifica, che vi vede un tentativo di occultare dietro un termine dal legittimo uso accademico (revisionismo storiografico) un'operazione di minimizzazione e negazione di fatti acquisiti. Sono state quindi coniate espressioni che fanno invece leva sulla parola "negazione", rilevando come lo scopo sia unicamente quello di "negare" la veridicità storica della Shoah.[8]
In alcuni paesi (Austria, Francia, Germania e Belgio) la negazione dell'Olocausto è configurata come illecito, mentre in altri (Israele, Portogallo e Spagna) è punita la negazione di qualsiasi genocidio. Norme antinegazioniste sono state introdotte anche nell'ordinamento dei seguenti stati: Nuova Zelanda, Svezia, Australia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Lituania, Polonia, Italia (dove è previsto dal 2016 come aggravante del reato di propaganda di odio razziale ma non come fattispecie a sé)[9] e Romania.[10] In genere è prevista come pena la reclusione, che in alcuni paesi può arrivare sino a dieci anni.[11] Nel 2007 le Nazioni Unite hanno approvato una risoluzione degli Stati Uniti che "condanna senza riserve qualsiasi diniego dell'Olocausto e sollecita tutti i membri a respingerlo, che sia parziale o totale, e a respingere iniziative in senso contrario".[12][13] I negazionisti considerano queste leggi come un mezzo di limitare la libertà di parola e una difesa degli storici "olocaustici", con la forza della legge.[14]