Offensiva Ostrogožsk-Rossoš'
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Offensiva Ostrogožsk-Rossoš' (in russo Острогожско-Россошанская наступательная операция?, Ostrogožsko-Rossošanskaja nastupatel'naja operacija) è la denominazione, presente nella storiografia sovietica ed adottata dalla letteratura internazionale, della terza fase dell'offensiva invernale dell'Armata Rossa nel 1942-1943, dopo l'operazione Urano e l'operazione Piccolo Saturno, nel quadro delle campagne militari sul fronte orientale della seconda guerra mondiale.
Offensiva Ostrogožsk-Rossoš' parte del fronte orientale della seconda guerra mondiale | |
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I sovietici occupano il posto di comando tedesco a Rossoš' il 16 gennaio 1943 | |
Data | 12 gennaio 1943 - 27 gennaio 1943 |
Luogo | regione dell'Alto Don, Unione Sovietica |
Esito | vittoria sovietica |
Schieramenti | |
Comandanti | |
Effettivi | |
Perdite | |
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Sferrata a partire dal 12 gennaio 1943 nel settore dell'alto corso del Don, questa operazione in pochi giorni provocò la sconfitta del contingente ungherese e coinvolse nella catastrofe militare anche alcuni reparti della Wehrmacht tedesca ed il Corpo d'armata alpino, ultima formazione combattente ancora efficiente dell'8ª Armata dopo la disfatta del dicembre 1942.
Nel corso di una drammatica ritirata i superstiti del Corpo alpino, insieme ad altri reparti sbandati tedeschi e ungheresi, raggiunsero la salvezza dopo la battaglia di Nikolaevka. Questa seconda fase della sconfitta dell'8ª Armata italiana in Russia, nella storiografia italiana viene cumulativamente indicata insieme alla battaglia di dicembre nella denominazione di Seconda battaglia difensiva del Don[4].
Dopo questa nuova disfatta, il fronte meridionale tedesco, già in difficoltà a Stalingrado, a causa dell'accerchiamento della 6ª Armata, nella regione di Rostov e nel Caucaso, venne completamente scompaginato; di conseguenza l'Armata Rossa poté avanzare verso Char'kov e Kursk, e aggirare da sud la posizione difensiva di Voronež che sarebbe stata attaccata nella successiva offensiva sovietica (offensiva Voronež-Kastornoe).