Omicidio di Marta Russo
assassinio di una studentessa italiana del 1997 / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
Caro Wikiwand AI, Facciamo breve rispondendo semplicemente a queste domande chiave:
Puoi elencare i principali fatti e statistiche su Omicidio di Marta Russo?
Riassumi questo articolo per un bambino di 10 anni
L'omicidio di Marta Russo avvenne all'interno della città universitaria della Sapienza di Roma il 9 maggio 1997, quando la vittima, studentessa ventiduenne di giurisprudenza, fu gravemente ferita da un colpo di pistola, morendo cinque giorni dopo in ospedale.[2][3]
Omicidio di Marta Russo omicidio | |
---|---|
La vecchia targa in ricordo di Marta Russo all'Università "La Sapienza" di Roma, sostituita nel 2007 | |
Tipo | Omicidio colposo tramite arma da fuoco |
Data | 9 maggio 1997 11:42 |
Luogo | Roma |
Stato | Italia |
Arma | Pistola |
Obiettivo | Marta Russo |
Responsabili |
|
Motivazione | Nessuna (Incidente dovuto a "colpa cosciente" e omissione delle norme di sicurezza sulle armi da fuoco)[1] |
Conseguenze | |
Morti | 1 |
L'omicidio fu al centro di un complesso caso giudiziario[4] oggetto di grande copertura mediatica, sia per il luogo in cui era stato commesso, sia per la difficoltà delle prime indagini, che non riuscirono a delineare un movente, vertendo su ipotesi non confermate come lo scambio di persona, il "delitto perfetto", il terrorismo e infine lo sparo accidentale; è ricordato anche per l'intervento di personalità politiche, specie a causa dell'atteggiamento dei due pubblici ministeri, ritenuto da molti eccessivamente inquisitorio[5][6][7][8][9] e che diede anche luogo a un breve procedimento per abuso d'ufficio e violenza privata.[10]
Nel 2003, principalmente sulla base di una controversa testimonianza,[11][12] fu condannato in via definitiva per omicidio colposo aggravato l'assistente universitario di filosofia del diritto Giovanni Scattone; un suo collega, Salvatore Ferraro, fu condannato limitatamente al reato di favoreggiamento personale. Entrambi si sono sempre professati innocenti. Nella prima sentenza si specifica che Scattone avrebbe esploso un colpo per errore maneggiando una pistola per motivi ignoti, forse per provare l'arma sparando contro un muro[13] o senza sapere che fosse carica,[14] e Ferraro lo avrebbe coperto tacendo e portando via l'arma.[15] Il delitto fu definito colposo anche perché Scattone, dalla posizione in cui si sarebbe trovato, non avrebbe potuto esplodere un colpo mirato[16][17], né avrebbe compiuto un'azione dolosa in presenza di tanti testimoni.[1] Il terzo indagato, l'usciere dell'istituto Francesco Liparota, venne assolto dall'accusa di favoreggiamento dalla Cassazione, tramite annullamento senza rinvio. Tutti i numerosi altri indagati, principalmente per i reati di favoreggiamento, diffamazione o falsa testimonianza, furono assolti con formula piena in primo grado.
Il caso di Marta Russo è finito negli anni per diventare uno dei misteri della cronaca nera italiana.[4][18]