Omosessualità nella Bibbia cristiana
posizioni dei testi biblici rispetto all'omosessualità / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Le menzioni dei rapporti omosessuali maschili che vengono fatte nella Bibbia hanno influenzato le considerazioni avute nei confronti, non solamente degli uomini omosessuali, ma delle persone LGBT in generale, in tutte quelle società ove la tradizione giudaico-cristiana ha messo più forti radici nel corso dei secoli. I riferimenti alle pratiche omosessuali maschili nei passaggi biblici sono stati interpretati, sia da alcuni ebrei sia da alcuni cristiani, soprattutto dall'età tardo medievale fino alla fine del XX secolo, come divieto religioso imposto da Dio, sebbene non ci sia condanna esplicita all'interno dei principali comandamenti.
Le molteplici posizioni delle attuali Chiese cristiane verso l'argomento dell'omosessualità pongono il problema sull'effettiva possibilità di una dottrina unitaria sul tema all'interno del cristianesimo. I testi che si riferiscono alla questione presenti nelle fonti cristiane della tradizione della Chiesa latina (la Bibbia cristiana, i Padri della Chiesa e i Dottori della Chiesa latina, le leggi e la disciplina ecclesiastica, il Magistero del Papa cattolico romano), nonostante le controversie che possono sempre sorgere nei riguardi dell'interpretazione maggiormente corretta ed esatta da dare, consentono però lo svilupparsi di un ampio dibattito.
Tuttavia, soprattutto con l'espansione dell'esegetica e della ricerca ermeneutica, non vi è un consenso unanime su come esattamente debbano essere interpretati questi passi. Tra i cristiani il protestantesimo ha ad esempio come uno dei suoi principi fondamentali anche quello dell'interpretazione e del giudizio privati dei testi biblici[1]; ciò è essenzialmente il risultato della Riforma protestante la quale vide Martin Lutero, nel mese di ottobre del 1516, inviare il suo scritto intitolato "La libertà del cristiano" direttamente a papa Leone X, aggiungendovi la frase significativa: "non mi sottoporre alle leggi quando interpreto la parola di Dio".
Questo si è rivelato in seguito un modo di pensare che ha condotto direttamente alla concezione delle libertà e diritti fondamentali, oltre che della libertà di religione, così come dell'idea stessa di democrazia moderna[2]. Si sancisce in tal modo l'idea di orizzontalità dei fedeli protestanti, a differenza del verticismo cattolico in cui l'ultimo parere in materia di interpretazione biblica appartiene pur sempre e comunque al papa. Tra i protestanti invece l'opinione di ciascuno dei fedeli in materia di interpretazione biblica ha lo stesso peso ed importanza.
Oltre alla diversità delle posizioni tra gli studiosi vi sono attualmente molte confessioni cristiane, per lo più protestanti rifacentesi all'anglicanesimo e al luteranesimo, oltre a settori di minoranza del battismo e del metodismo (tra gli altri), che hanno avviato un processo di rinnovamento in forte disaccordo con le più comuni interpretazioni letterali - e maggiormente restrittive - presenti tra le dottrine cristiane più influenti, di modo che essi oggi accettano pienamente tra i loro membri anche persone che sono apertamente gay e lesbiche, ed alcune di queste Chiese li ordinano perfino al sacerdozio e finanche all'episcopato.
Vari passaggi della Bibbia Ebraica e del Nuovo Testamento sono stati interpretati come coinvolgenti atti e desideri sessuali tra persone dello stesso sesso. La Torah proibisce il rapporto di sesso anale tra uomini e minaccia coloro che vi sono coinvolti con la pena di morte (Libro del Levitico 18,22; 20,13). Tre punti delle Lettere di Paolo si riferiscono a questo fatto come ad una delle molte caratteristiche dei malvagi (Prima lettera ai Corinzi 6,9; Lettera ai Romani 1:26; Prima lettera a Timoteo 1,10).
La Bibbia, una collezione di libri catalogati e considerati come divinamente ispirati per tre religioni (ebraismo, cristianesimo e islam) contengono alcuni passaggi in cui si suppone che gli atti omosessuali maschili vengano affrontati ad esempio entro a dei contesti di idolatria e paganesimo. Gli atti omosessuali maschili sono stati condannati nel testo sacro in quanto parte integrante di culti stranieri, alla stessa maniera dello stupro, della prostituzione, dell'adulterio e della promiscuità in generale[3]; pertanto rimane fonte di discussione se e in quale misura questi testi possono essere utilizzati anche per l'etica sessuale (vedi teologia morale) dei giorni nostri[4].
I testi che si occupano di relazioni sessuali tra persone dello stesso sesso si verificano inoltre in molti contesti differenti; tali passaggi riguardano esclusivamente gli atti omosessuali maschili e non toccano il sentimento scaturito dal provare attrazione nei confronti di persone dello stesso sesso o ciò che nell'età contemporanea vengono definiti orientamento sessuale e identità di genere[5].
L'antica Grecia considerava l'amore tra gli uomini - seppur in casi rigorosamente riconducibili alla pederastia greca - come qualcosa di onorevole e l'hanno idealizzato e mitizzato. La successiva etica cristiana ha invece maggiormente sottolineato gli ideali della fedeltà coniugale e dell'astinenza sessuale (vedi Vangelo di Matteo1 9 e Prima lettera ai Corinzi 7).