Operazione Piombo fuso
campagna militare israeliana / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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L'operazione Piombo fuso (ebraico: מבצע עופרת יצוקה, Mivtza Oferet Yetzukah[22]) è stata una campagna militare lanciata dall'esercito israeliano con l'intento dichiarato di "colpire duramente l'amministrazione di Hamas al fine di generare una situazione di migliore sicurezza intorno alla Striscia di Gaza nel tempo, attraverso un rafforzamento della calma e una diminuzione dei lanci dei razzi, nella misura del possibile"[23]. L'operazione militare si è protratta dal 27 dicembre 2008 alle ore 00:00 GMT del 18 gennaio 2009.
Operazione Piombo fuso parte del conflitto Israele-Striscia di Gaza | |||
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Data | 27 dicembre 2008 - 17 gennaio 2009 | ||
Luogo | Striscia di Gaza - Distretto Meridionale | ||
Causa | Interruzione della tregua da parte di Israele con l'uccisione in un'incursione del IDF di 7 membri della resistenza palestinese ed il ferimento di 21 civili a Gaza e in Cisgiordania; [1] | ||
Esito | Dichiarazione di cessate il fuoco da ambo le parti, con riserve da parte dei contendenti | ||
Schieramenti | |||
Comandanti | |||
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Effettivi | |||
Perdite | |||
Una guardia di confine egiziana uccisa e tre guardie e due bambini feriti[20][21] | |||
Voci di operazioni militari presenti su Wikipedia | |||
Obiettivo dichiarato dell'intervento militare israeliano è stato quello di neutralizzare Hamas che, a partire dal 2001, ha bersagliato i centri urbani nel sud di Israele con razzi Qassam provocando in otto anni 15 morti e centinaia di feriti fra la popolazione civile[24], costretta a un ritmo di vita scandito da sirene di allarme e corse nei rifugi (obbligatori per legge).
Da parte israeliana l'azione militare è descritta anche come una risposta all'intensificarsi del lancio di razzi Qassam da parte di Hamas contro obiettivi civili del Sud di Israele, non appena scaduta la tahdiʾa (calma) di sei mesi, ottenuta il 19 giugno 2008 dopo un lungo lavoro di mediazione da parte dell'Egitto.[25]
Hamas per parte sua afferma che la tregua è stata rotta dalle forze israeliane il 4 novembre 2008 con l'uccisione di sei suoi militanti e con il blocco dei convogli umanitari. Da parte palestinese, per altro, il lancio di razzi contro il territorio israeliano è stato motivato dalle violazioni della tregua di parte israeliana, violazioni che nel periodo della tregua hanno portato all'uccisione di 19 palestinesi[26], la maggior parte dei quali durante gli attacchi aerei israeliani dell'inizio di novembre.
Inoltre molti commentatori, sia dopo che prima dell'azione, hanno collegato l'operazione alle vicine elezioni israeliane del 10 febbraio 2009, ipotizzando che i candidati dei tre principali schieramenti (Kadima, Partito Laburista Israeliano e Likud), temessero di poter perdere i propri consensi a causa di un comportamento percepito dalla pubblica opinione come troppo "morbido" nei confronti di Hamas.[27][28][29][30][31][32][33]
Ufficialmente le forze armate israeliane mirano quindi a distruggere i supporti logistici di Hamas, a eliminare il maggior numero possibile di leader e a rallentarne (se non a prevenirne) il riarmo.[34][35][36][37] La missione militare si pone inoltre l'obiettivo di distruggere la rete di tunnel sotterranei di collegamento con l'Egitto (attraverso i quali avviene anche il contrabbando di generi di consumo e di cibo, soprattutto durante i periodi di chiusura dei varchi con Israele), per impedire l'approvvigionamento di armi da parte di Hamas e delle altre fazioni paramilitari.
Hamas ha definito l'operazione "massacro di Gaza" (in arabo مجزرة غزة?), e tale definizione è stata ripresa da numerosi media del mondo islamico.[38][39][40][41][42][43][44][45][46][47]
Hamas, pur continuando a negare il diritto all'esistenza di Israele in quanto Stato "occupante" del territorio palestinese[48], reclama la fine del blocco e chiede l'immediata cessazione delle incursioni nel suo territorio, accompagnando tale richiesta con un intensificato lancio di razzi verso gli obiettivi civili israeliani.