Pandemia di COVID-19 in Islanda
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La pandemia di COVID-19 in Islanda ha avuto le sue prime manifestazioni epidemiche il 28 febbraio 2020.
Pandemia di COVID-19 in Islanda epidemia | |
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Mappa della pandemia in Islanda Diffusione al 7 aprile 2020 | |
Patologia | COVID-19 |
Origine | Wuhan (Cina) |
Nazione coinvolta | Islanda |
Periodo | 28 febbraio 2020 - 5 maggio 2023 |
Dati statistici[1] | |
Numero di casi | 8 956[2] (10 Agosto 2021) |
Numero di guariti | 5 860 (10 febbraio 2021) |
Numero di morti | 263 (9 marzo 2023) |
Sito istituzionale | |
Con una popolazione totale di 368.590 abitanti (a fine 2020),[3] il tasso di contagio è di circa 1 caso ogni 61 abitanti; è stato uno dei più alti al mondo a marzo e aprile 2020, ma ciò è stato attribuito al'altissimo numero di test diagnostici pro capite effettuati in Islanda, incluso uno screening della popolazione generale gestito dalla società di biotecnologia islandese deCODE genetics per determinare la reale diffusione del virus nella comunità.[4] L'Islanda è unica in quanto per ogni caso identificato della COVID-19 viene sequenziato il genoma del virus che ha causato l'infezione; il sequenziamento è effettuato dalla deCODE genetics, che ha potuto confermare che nel Paese è presente la cosiddetta "variante britannica" B.1.1.7, mentre la "variante brasiliana" B.1.1.248 e "sudafricana" variante "B.1.351 non lo sono.[5]
Il 5 maggio 2023, l'Organizzazione mondiale della sanità dichiara ufficialmente la fine della pandemia[6][7][8][9][10].