Partito Tedesco dei Lavoratori
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Il Partito Tedesco dei Lavoratori[4] (in tedesco: Deutsche Arbeiterpartei - DAP) fu un partito politico tedesco di estrema destra fondato e guidato da Anton Drexler il 5 gennaio 1919 ed attivo per breve tempo durante la Repubblica di Weimar.
Partito Tedesco dei Lavoratori | |
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(DE) Deutsche Arbeiterpartei | |
Presidente | Anton Drexler |
Vicepresidente | Karl Harrer |
Stato | Germania |
Sede | Fürstenfelder Hof, Fürstenfelder Straße 14, Monaco di Baviera |
Fondazione | 5 gennaio 1919 |
Dissoluzione | 24 febbraio 1920 |
Confluito in | Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori |
Ideologia | Nazionalismo tedesco Pangermanismo Socialismo nazionale Populismo Anticomunismo Antisemitismo [1] |
Collocazione | Estrema destra[2][3] |
Iscritti | Meno di 60 (fino al 1920) |
Colori | Nero Bianco Rosso |
Dopo solo un anno di vita, il 24 febbraio del 1920 venne ridenominato Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori per volere di Adolf Hitler che ne aveva rapidamente scalato i vertici, e diventerà l’unico partito politico legalmente autorizzato in Germania dal 1933 fino al 1945 quando fu dichiarato illegale. Alcuni suoi membri arrestati per crimini di guerra e processati al Processo di Norimberga, dove furono processati coloro che avevano avuto a che fare con l’Olocausto e con il regime nazionalsocialista. Dopo la messa al bando del Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori nacque il neonazismo.