Pedregal de San Ángel
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Il Pedregal de San Ángel si trova a sud della Valle del Messico. Si tratta di un ecosistema endemico formato da una colata di lava del vulcano Xitle, approssimativamente 5000 anni fa. La zona, per la sua particolarità e per il suo paesaggio unico, attrasse numerosi viaggiatori ed esploratori celebri, tra i quali: Alexander von Humboldt e Don Andrés Manuel del Río che lo visitarono e descrissero alla fine del XIX secolo. Lo strato di rocce vulcaniche attualmente nasconde i resti delle prime civilizzazioni conosciute nella Valle del Messico, si tratta dei resti archeologici di Cuicuilco e le piramidi periferiche che si trovano nella zona più a sud del Pedregal (Città Olimpica).
Durante i secoli la zona del Pedregal de San Ángel fu vista come un luogo inaccessibile, adatto solo ad esploratori, curiosi e delinquenti. Di fatto si raccontano leggende che quella zona fosse usato dagli aztechi per far morire i condannati. L'urbanizzazione del luogo iniziò negli anni cinquanta, con i progetti dei più grandi architetti Messicani del tempo, tra loro Luis Barragán e Max Cetto[1], e anche diversi artisti che partecipavano all'opera più ambiziosa dell'epoca: la costruzione della Città Universitaria, tra gli artisti si possono ricordare Diego Rivera, Juan O'Gorman e David Alfaro Siqueiros. La prima casa costruita nel Pedregal si trova nell'attuale via dell'acqua e fu proprietà di Max Cetto.