Referendum costituzionale in Iran del dicembre 1979
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Il 2 e 3 dicembre 1979 si tenne in Iran un referendum costituzionale.[1][2] La nuova Costituzione islamica fu approvata dal 99,5% degli elettori.[3]
Referendum costituzionale del 1979 | |||||||||||
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«Approvate la Costituzione della Repubblica Islamica dell'Iran?» (Quesito referendario) | |||||||||||
Stato | Iran | ||||||||||
Data | 2-3 dicembre 1979 | ||||||||||
Tipo | costituzionale | ||||||||||
Esito | |||||||||||
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Il referendum fu indetto dal Consiglio della Rivoluzione islamica, perché il Governo ad interim di Bazargan, che aveva supervisionato il referendum precedente, si era dimesso in segno di protesta alla crisi degli ostaggi dell'ambasciata americana.[4]
Un giorno prima del referendum, durante la ricorrenza luttuosa dell'Ashura, l'Ayatollah Ruhollah Khomeini affermò che coloro che non votavano l'indomani, avrebbero aiutato gli americani e dissacrato lo Shahīd (i Martiri).[5]
Insieme al Partito Islamico Repubblicano, il Partito comunista iraniano del Tudeh invitò a votare per il sì, esprimendo il suo sostegno alla "linea dell'Imam";[6] il Movimento di Liberazione Iraniano si schierò allo stesso modo per il sì poiché l'alternativa sarebbe stata l'anarchia.[5]
Altri, tra cui persone di sinistra, nazionalisti laici e seguaci islamici di Mohammad Kazem Shariatmadari, invitarono al boicottaggio. L'affluenza alle urne tra le minoranze sunnite nel Kurdistan e nelle provincie di Sistan e del Baluchistan, nonché nell'Azerbaigian, luogo natale di Shariatmadari, fu bassa e il numero di voti diminuì rispetto al referendum tenutosi a marzo. Secondo la stima dello storico Ervand Abrahamian quasi il 17% delle persone non sostenne la costituzione.[7]