Ruolo della Francia nel genocidio del Ruanda
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Il ruolo della Francia nel genocidio ruandese del 1994 ha suscitato controversie e discussioni tanto in Francia quanto in Ruanda. La Francia sostenne concretamente il governo a guida hutu di Juvénal Habyarimana contro il Fronte Patriottico Ruandese (RPF) dominato dai tutsi, che dal 1990 era impegnato in un conflitto volto a ripristinare i diritti dei tutsi ruandesi sia in Ruanda, sia esiliati nei paesi vicini, in seguito a più di quarant'anni di violenza anti-tutsi. La Francia fornì armi ed addestramento militare alle milizie giovanili di Habyarimana, gli Interahamwe e Impuzamugambi, che erano tra i principali mezzi governativi per perpetrare il genocidio dopo l'attentato all'aereo presidenziale ruandese del 6 aprile 1994.
Verso la fine del genocidio durato 100 giorni, le truppe francesi furono dispiegate per istituire la Zona Turchese, evitando in gran parte ulteriori ondate di genocidio nell'asserita zona sicura.[1] In pratica, la zona consentì a molti massacratori hutu di riparare in Zaire prima della vittoriosa avanzata delle forze RPF. I fatti collegati al ruolo francese nel genocidio ruandese hanno formato oggetto di un dibattito ancora in corso, e le relazioni tra Francia e Ruanda hanno subito frequenti attriti dal 1994.
In conseguenza di queste azioni e delle successive tensioni tra i due governi, dopo una progressiva frattura con il regime a guida Kagame che ha governato il Ruanda dal 1994, il Ruanda ruppe reiteratamente le relazioni diplomatiche con la Francia; il governo ruandese soppresse tutte le istituzioni francesi in Ruanda, tra cui scuole e organizzazioni culturali, facendone riaprire solo alcune più tardi; la lingua di insegnamento nelle scuole ruandesi "fu perfino cambiata dal francese all'inglese"; e il Ruanda lottò per aderire al Commonwealth di area britannica, in tal modo divenendone uno dei pochi membri che in passato non erano stati colonie del Regno Unito.[2]