S sorda
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In italiano, viene comunemente e impropriamente chiamata S sorda o aspra il fonema /s/ (come in sasso /'sasso/, fricativa alveolare sorda), in contrapposizione al fonema /z/ (come in sbaglio /'zbaʎʎo/, fricativa alveolare sonora), che è detto s sonora o dolce.
I due fonemi in italiano sono rappresentati entrambi dal grafema S. La loro distribuzione è però perlopiù complementare e non crea problemi d'incertezza, eccetto in posizione intervocalica (cioè tra due vocali nel corpo di una parola): in questa posizione, e in questa soltanto, possono presentarsi entrambi i fonemi, creando anche, ma solo in un numero ristretto di casi, delle coppie minime (es.: Ti presento un amico /pre'zɛnto/: S sonora, da presentare, contro Presento un pericolo /pre'sɛnto/: S sorda, da pre-sentire, parola composta del prefisso pre- e del verbo sentire).
La S in italiano è sempre sorda /s/ nei seguenti casi:
- in principio di parola, seguita da vocale o da semiconsonante[1]: sala /'sala/ (anche all'interno di una frase, ossia dopo un'altra parola: la sala /la 'sala/), suola /'swɔla/;
- quando precede una consonante sorda: /k/ (c (dura) o q), /f/ (f), /p/ (p), /t/ (t): scatola /'skatola/, squadrare /skwa'drare/, disfare /dis'fare/, rispetto /ris'pɛtto/, stentato /sten'tato/;
- quando è geminata, ossia quando è scritta doppia (-ss-, /ss/): rosso /'rosso/;
- quando è preceduta da una consonante qualsiasi (sorda o sonora che sia)[2]: abside /'abside/, facsimile /fak'simile/, falso /'falso/, penso /'pɛnso/, transitivo /transi'tivo/[3], Pepsi /'pɛpsi/, orso /'orso/;
- alla fine di una parola: gas /gas/[4].