Wokou
Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
Wokou (in cinese: 倭寇, in giapponese: 倭寇, wakou in coreano: 왜구, waegu), letteralmente pirati giapponesi o pirati nani[1][2], furono dei pirati di varia provenienza etnica (erano Giapponesi, Coreani e Cinesi), mutevole anche a seconda del periodo,[3] che razziarono le coste della Cina, del Giappone e della Corea tra il XIV ed il XVII secolo.[4]
I wokou operarono tra la terraferma cinese e le isole del Mar del Giappone e del Mar Cinese Orientale ove si trovavano le loro basi. Le loro attività in Corea declinarono dopo il trattato di Gyehae nel 1443[5] ma perdurarono nella Cina dei Ming, raggiungendo l'apice durante le c.d. "incursioni di Jiajing" alla metà del XVI secolo. Le rappresaglie cinesi e le forti repressioni da parte delle autorità giapponesi portarono virtualmente alla scomparsa degli wokou nel corso del Seicento.
Il termine è una combinazione tra le parole cinesi 倭T, WōP, lett. "nano/giapponese" e 寇T, KouP, lett. "bandito".