Madrigali di Carlo Gesualdo
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I madrigali di Carlo Gesualdo sono composizioni vocali e polifoniche basate su poesie a tema profane. Divisi in sei raccolte (dette "libri"), questi centoventicinque pezzi coprono l'intera vita creativa del loro autore e testimoniano l'evoluzione del suo linguaggio, soprattutto in termini di armonia.
Madrigali del Principe di Venosa | |
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Frontespizio dell'edizione completa originale (1613) | |
Genere | musica vocale |
Musica | Carlo Gesualdo |
Libretto | diversi poeti, tra cui Giovanni Battista Guarini e Torquato Tasso |
Atti | nessuno. Coro a 5 voci, durata da 45 minuti a 1 ora per ogni libro di madrigali |
Epoca di composizione | non indicata (tra il 1590 e il 1610) |
I primi due libri, pubblicati nel 1591, sono eleganti e mostrano una grande padronanza delle forme classiche. I successivi due, editi nel 1595, testimoniano un linguaggio musicale personale e audace. Quanto agli ultimi due, pubblicati nel 1611, la sequenza di accordi innovativi, di dissonanze e di cromatismi che vi si rintracciano ancora stupiscono gli ascoltatori del XXI secolo.[1]
Questi madrigali "sperimentali", dolorosi e sensuali, sono alla radice della fama di compositore di Carlo Gesualdo, nonostante le riserve e le incomprensioni di molti musicologi che aderiscono ai principi della tonalità. La critica ha sempre associato l'universo poetico, barocco e oscuro di questi lavori alla personalità del loro autore, il principe di Venosa, conte di Conza e assassino della sua prima moglie rea di adulterio, Maria d'Avalos. L'analisi delle composizioni di Gesualdo rivela molti paradossi e ambiguità, sia dal punto di vista della tecnica musicale che della loro interpretazione in termini poetici. Comunque sia, questo vasto insieme di madrigali ha conservato un suo potere di seduzione e fascino.