Narcotico
sostanza con proprietà analgesiche in grado di provocare narcosi o anestesia generale / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Il termine narcotico deriva dal greco ( ναρκῶ Narkō " rendere insensibile"), termine che si pensa essere stato coniato dal medico romano Galeno. Con esso si indica una sostanza psicoattiva con proprietà analgesiche in grado di provocare paralisi, narcosi o anestesia generale.[1]
Fra gli effetti si riscontrano euforia, analgesia, sonno improvviso e profondo, cambiamenti dell'umore, spasmi, contrazione delle pupille, vomito, nausea.
Galeno avrebbe elencato la radice di mandragora, semi di Hyosciamus, semi e il succo di papavero (oppio) come esempi principali.[1][2]
Oggi esistono i tipi naturali, semisintetici e sintetici :
- Naturali, estratti dalle piante: dalla pianta del papavero derivano la morfina e la codeina.
- Semisintetici, meperidina ed eroina.
- Sintetici, fentanil e metadone.
Come definizione legale i narcotici sono stupefacenti cioè sostanze psicoattive incluse nelle tabelle della Convenzione Unica sugli stupefacenti del 1961, naturali o sintetiche.[3] In inglese il termine «narcotic», soprattutto in ambito legale, è la traduzione di «stupefacente» e viene spesso impropriamente utilizzato per indicare tutte le droghe illecite.[4][5]
Sono definiti narcotici, meno propriamente, anche farmaci o sostanze che agiscono sul sistema nervoso centrale senza indurre narcosi, come, ad esempio, i simpaticomimetici, gli allucinogeni.