Teffi
scrittrice umoristica russa (1872-1952) / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Teffi, pseudonimo di Nadežda Aleksandrovna Lochvickaja (in russo Надежда Александровна Лoхвицкая?; San Pietroburgo, 21 maggio 1872 – Parigi, 6 ottobre 1952), è stata una scrittrice e drammaturga russa.
Ha scritto oltre venti libri di racconti, opere teatrali, poesie e memorie, pubblicati in Russia e successivamente a Parigi, dove vivrà dal 1920 fino alla sua morte.
È stata definita "la regina dell'umorismo russo", la prima comica russa dell'inizio del XX secolo in un campo di dominio maschile[1], anche se non ha mai voluto identificarsi in questa forma d'arte, avendo spesso combinato la vena di umorismo con cui ha ritratto i personaggi delle sue opere e la realtà circostante, con un senso di drammaticità, malinconia e dolore.[2][3] La critica russa L.A. Spiridonova l'ha definita "divertente fuori, tragica dentro".[4]
Tra i trenta e i quarantatré anni Teffi gode della sua popolarità nella Russia prerivoluzionaria come poeta e drammaturga, ma principalmente come narratrice. Negli anni successivi alla rivoluzione bolscevica è l'autrice più letta tra gli esponenti della diaspora russa a Parigi: "Letteralmente tutti l'hanno letta e hanno tratto grande piacere dai suoi testi, dagli impiegati delle poste e dagli studenti di farmacia fino a Nicola II", scriveva la poetessa Irina Odoevceva.[5]
Nella Russia sovietica, da cui emigrò nel 1920 senza più fare ritorno, i suoi racconti circolarono come esempio della miserabile esistenza condotta dai russi all'estero; tra gli anni Cinquanta e gli anni Settanta le sue opere caddero nell'oblio, per essere poi riscoperte verso la fine del secolo XX, durante la Perestrojka, culminando nella raccolta e pubblicazione in sette volumi della sua produzione di prosa e opere teatrali.[6]